É proprio un’impresa - verso un modello di family empowerment

Inserimento lavorativo, bilancio delle competenze, creazione di impresa sociale

Il progetto “É proprio un’impresa” centra il suo ragionamento sulla concreta possibilità di costruire un percorso di buona progettazione , meno episodico e meno improvvisato, di un Dopo di noi per le persone in situazione di disabilità a forte matrice occupazionale partendo dalle proprie risorse individuali e familiari, ma senza che la famiglia diventi un rischioso circolo vizioso. Leggi di più!

Soggetto capofila

Coinvolgimento di due associazioni per complessivi 13 nuclei familiari, bilancio delle competenze per 13 persone in situazione di disabilità (cognitiva e sensoriale), creazione di una proposta di impresa sociale attraverso redazione di  un BMC (Business Model Canvas) e relativo Business Plan

Napoli

É proprio un’impresa

Il progetto “É proprio un’impresa” è un percorso di affiancamento che arrivi a costruire un mix bilanciato tra tensione sociale e attività d’impresa con le associazioni, le persone e le famiglie coinvolte nei panni non di soggetti passivi di misure di welfare bensì come attori e protagonisti attivi. Venti famiglie, un percorso di analisi delle risorse e delle vocazioni, la costruzione di una possibile attività di business, ripartizione degli oneri dell’impresa, costruzioni di cooperative di comunità, consegna di un business plan finale e uno processo chiaro di cosa serve e cosa andrà fatto affinché “i nostri figli possano lavorare”.

Uscire dalla dinamica laboratoriale o della terapia occupazionale tout court e riabilitare i principi basi dell’impresa sociale: redistribuzione di oneri e onori generati dal lavoro e sostenibilità economica.

L’obiettivo è quello di creare un approccio prototipale per la creazione di impresa sociale dal base attraverso pochi passaggi:

1) Startup e analisi bisogni (attività di studio contesto associativo,Costruzione del gruppo di lavoro, Comprensione della condizione dei nuclei familiari);

2) Bilancio competenze (Analisi individuale delle competenze di ciascuna persona disabile; Valutazione del quadro diagnostico; Valutazione autonomie individuali (ICF)/ competenze informali/ grado di formazione-istruzione)

3) Orientamento all’idea.(Analisi del contesto produttivo locale; Case studies ;Individuazione settore di riferimento)

4) Progettazione partecipata (Ascolto ed esplorazione;  Raccolta delle proposte; Condivisione, selezione e scelta della proposta progettuale)

5) Valutazione risorse del F.G. (Ricognizione delle risorse economiche (R.E.) e umane (R.U.) disponibili dell’intero gruppo; Valutazione economica delle risorse in funzione dell’idea progettuale);

6) Valutazione accessibilità e ausili (Analisi individuale dell’utilizzo di ausili informatici/ tecnologici; Valutazione e soluzioni per superamento barriere architettoniche, Valutazione degli output)

7) Business plan partecipato: (Costruzione del business plan, Creazione del meccanismo di adesione da parte di ciascun gruppo famiglia e/o associazione (attraverso R.E., R.U, tempo, mezzi e strumenti, etc.).